Addio all’ex sindaco: aveva fondato il museo contadino
Dal Giornale di Vicenza del 12 settembre 2021
Dal Giornale di Vicenza del 12 settembre 2021
Dal Gruppo Facebook "Delizie e Bellezze del Vicentino", post di Cinzia Albertoni del 30 aprile 2015 (link)
Da vedere è il Museo della Civiltà Contadina a Grancona. Aperto la domenica. Una variegata e ricca raccolta di attrezzi da lavoro che non si vedono più.
Cinzia Albertoni
La pagina dedicata al nostro museo all'interno del sito www.turismoterraberica.it, nuovo progetto di valorizzazione turistica della Terra Berica (Colli Berici e Basso Vicentino) curato da Vicenzaè scarl e dal GAL Terra Berica.
La nostra pagina dul sito della provincia di Vicenza dedicato ai musei e alle Collezioni permenenti presenti nel vicentino.
Realizzato dopo anni di appassionate ricerche determinate dal desiderio di recuperare e conservare le testimonianze e i valori della civiltà contadina, il museo della civiltà contadina raccoglie decine di macchine agricole e migliaia di strumenti di lavoro e oggetti d'uso quotidiano, ordinati secondo criteri funzionali in sette sezioni. Fondato nel 1995 da Carlo Etenli nei locali di un fabbricato un tempo adibito a stalla e in seguito ampliato, il museo si affaccia su una tipica corte rurale alle spalle del Castellaro di Grancona, nel cuore dei Berici.
Il portale internet MAGICO VENETO dedicata una pagina al nostro museo: http://www.magicoveneto.it/berici/Grancona/Museo-Civilta-Contadina-Grancona.htm
La visita è interessantissima. Ci sono migliaia di reperti ed utensili di lavoro, ricostruzioni di ambienti familiari, ricostruzioni di botteghe artigiane, macchinari vari anche di grandi dimensioni, trebbie e falciatrici, decine di trattori di tutto il '900 e macchine a vapore. Importante e ben rappresentata la sezione dedicata alla bachicoltura, un tempo importante risorsa economica per tutta la regione.
La nostra pagina sul sito www.tuttoberici.it curato da Fabio Zuffellato.
Link: http://www.tuttoberici.it/arte/Museo-Civilta-Contadina-di-Grancona.htm
Le collezioni d’arte, quelle storico-etnografiche, naturalistiche o dedicate a una specifica tipologia di beni conservano nel tempo uno stretto legame con il collezionista, il quale conosce la biografia più intima degli oggetti che le compongono. Un insieme affascinante di storie, esperienze e saperi che rischia di andare perduto quando il collezionista non c’è più.
La Regione del Veneto e il Museo etnografico della provincia di Belluno e del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi con il progetto Gli oggetti e la vita: storie di collezionisti nel Veneto hanno inteso raccontare la straordinaria ricchezza del mondo del collezionismo nel Veneto e nel contempo valorizzare la figura di alcuni coloro che ne sono gli artefici.
Sono stati scelti per l’interesse delle loro raccolte e per il fatto di averle rese accessibili al pubblico cinque collezionisti: Carlo Etenli, Giobatta Meneguzzo, Sergio Sanvido, Laura Minici Zotti e Silvio Antiga.
Iniziativa realizzata ai sensi dell’art. 44 della L.R. n.50/1984 “Norme in materia di musei, biblioteche e archivi di enti locali o di interesse locale”.
Dal Giornale di Vicenza del 19 ottobre 2011 (link)
«Buongiorno, c'è il signor Carlo?». «Non so, provi dentro il museo». Ed è proprio lì che troviamo Carlo Etenli, tutto intento a restaurare una vecchia trebbiatrice della prima metà del '900.
Ci viene incontro con il passo svelto e l'immancabile cappello in testa. Classe 1929, occhi vispi e rughe profonde a solcare il volto di chi lavora da una vita. È lui l'ideatore e il fondatore del Museo della Civiltà Contadina di Grancona, nel cuore dei Colli Berici. Qui, in un fabbricato un tempo adibito a stalla e poi ampliato, le lancette dell'orologio paiono essersi fermate. Un'epoca lontana, che non c'è più, ma che rivive proprio grazie al lavoro di ricerca e alla passione di Carlo Etenli. Un vero e proprio viaggio nel tempo, attraverso gli attrezzi per la filatura e la tessitura, le macchine per la trebbiatura del frumento e la sgranatura del granoturco, i mulini, i trattori d'epoca, gli aratri, le botteghe artigiane, l'aula e l'ambiente familiare. Tutto profuma di antico e, soprattutto, tutto funziona perfettamente: la macchina a vapore del 1898, gli oltre cinquanta trattori della collezione, l'orologio del 1908 del campanile di Villa del Ferro.
Come le è venuta l'idea di questo museo?
«Da un dispiacere
»
Nel numero di settembre 2011 del Mensile "IL BASSO VICENTINO" un articolo parla del nostro museo e della Festa tenutasi al museo in luglio
Nel mese di luglio si è tenuta una grande festa presso il Museo Contadino di Grancona, sorto grazie a Carlo Etenli, custode delle tradizioni contadine. Tanta gente si è radunata, per festeggiare, ma anche per ricordare i lavori, e i valori, di un tempo.
Alcune pagine didicate al nostro museo sul sito www.cuoretriveneto.it
Il cavalier Carlo Etenli conosce molto bene i sentimenti che legano gli emigrati veneti alla loro terra di origine perché egli stesso è emigrato in Francia.
Rientrato a Grancona (in Provincia di Vicenza) nei primi anni '60, Carlo Etenli ha ripreso a fare l'agricoltore sulle sue terre e proprio il contatto quotidiano con gli attrezzi e gli arnesi che erano stati dei suoi genitori e prima ancora dei suoi nonni ha fatto in modo che crescesse in lui una profonda passione per la Cultura della civiltà contadina.
Da più di trent'anni il cavalier Etenli dedica il suo tempo libero alla ricerca e alla conservazione di tutto ciò che attiene alle tradizioni della terra.
Ne è nato così il Museo della Civiltà Contadina a Grancona (Vicenza) presso la "corte Etenli" che oggi si estende per 3.000 mq. coperti, diviso in varie sezioni per aree tematiche. Vi si possono trovare, ad esempio, quasi 50 trattori (tutti funzionanti) costruiti fra il 1918 e gli anni '50; centinaia di strumenti di lavoro che venivano utilizzati dagli artigiani come il "favaro" (fabbro), il "marangòn" (falegname), il "scarpàro" (calzolaio), il "molèta" (arrotino), il "priàro" (tagliapietra); centinaia di attrezzi, strumenti e macchinari agricoli (solcaròli, pioline, voltarèce, versòri, seminatrici, carri, falci, coàri, dojàri, menàre...). Il pezzo più pregiato di tutto il Museo è un mulino ad acqua del 1810, anche questo funzionante, con due coppie di "mole" (macine) utilizzate una per macinare il "bianco" (grano per farina del pane) e una per il "giallo" (granoturco per farina da polenta).
Al Museo della Civiltà Contadina sono stati poi ricostruiti i luoghi di vita familiare dei nostri antenati: la cucina (con il fogolare, i mobili, il secchiaio), la camera da letto (con il "letto de pajon e de scartozhi", la "mònega", il "canfin"), l'aula di una scuola (con i banchi in legno, la lavagna, i calamai).
Ogni anno il Cavalier Etenli organizza eventi culturali e manifestazioni legate alla vita contadina di un tempo come la Festa della mietitura, la Festa della trebbiatura, la Festa della spannocchiatura e della sgranatura del "sorgo", la Rappresentazione degli antichi mestieri, la Sfilata dei trattori d'epoca.
Grazie a Carlo Etenli possiamo ancora ammirare gli arnesi di lavoro e gli oggetti che hanno accompagnato la vita dei nostri avi e tutto questo è uno strumento indispensabile per capire meglio la nostra civiltà di oggi.
Link (archivio): https://web.archive.org/web/.../museopre.html
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