La trebbiatrice  
Gli uomini con le forche passavano le faje dal cavajon al ripiano della trebbia, dove una donna o un ragazzo le slegavano e le passavano all’imbucatore, che le faceva scivolare a testa in gił nella gola della macchina; la paglia che usciva sul davanti veniva trasportata con dei forconi lą dove il pajarólo allestiva il pagliaio, un posto fuori del cortile ma comodo. Il pajólo (la pula) con la caponara (stia di vimini per polli) veniva ammucchiato in un angolo del portico.
Il grano che usciva da uno sportellino nella parte posteriore della trebbia veniva raccolto nello staro da macchina, una misura cilindrica di legno della capacitą di circa 60 litri che serviva a calcolare il costo della trebbiatura (lo staro comune, usato come unitą di misura degli aridi, era invece della capacitą di circa 27 litri). Dallo staro veniva quindi travasato nel sacco per essere immediatamente portato in granaio.

 

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